AUGURO A TUTTI UN BRICIOLO DI FOLLIA

 

 

 

io non so come prende forma una poesia

io prendo il fango della mia vita

e divento un grande scultore

 

Io sono una di quelle persone

che sono per l'amore tra esseri umani,

perché salva la vita.

Non è la poesia che salva la vita:

è l'amore.

 

 

 

 
 
Io trovo i miei versi intingendo il calamaio nel cielo

Saremo noi, un giorno forse

ad abbracciare solo i profumi dei nostri corpi

senza paura

che l’assenza diventi una cosa vera

Ciò che un editore sa dei suoi poeti sono le virgole.

 

Le ali degli angeli raffreddano i poeti.

Il mio vero tipo di uomo è Gesù.

La nudità mi rinfresca l’anima.

Gli emarginati hanno il fiato dolce.

Non sono bella sono soltanto erotica.

Dio ha le mie dimensioni.

Mi deformo cercando la perfezione.

Le libellule riposano su un fianco solo.

Amare un giovane è come sfidare Dio.

 

Tu non sai: ci sono betulle che di notte levano le loro radici,
e tu non crederesti mai che di notte gli alberi camminano o diventano sogni.
Pensa che in un albero c'è un violino d'amore.

Pensa che un albero canta e ride.
Pensa che un albero sta in un crepaccio e poi diventa vita.
Te l'ho già detto: i poeti non si redimono, vanno lasciati volare tra gli alberi come usignoli pronti a morire
.

 

Io come voi sono stata sorpresa
mentre rubavo la vita,
buttata fuori dal mio desiderio d'amore.
Io come voi non sono stata ascoltata
e ho visto le sbarre del silenzio
crescermi intorno e strapparmi i capelli.

amate i poeti:
essi hanno vangato per voi la terra per tanti anni, non per costruire tombe o simulacri, ma altari.
Pensate che potete camminare su di noi come dei grandi tappeti e volare con noi oltre la triste realtà quotidiana.

Amore non dannarmi al mio destino
tienimi aperte tutte le stagioni
fa che il mio grande e tiepido declino
non si addormenti lungo le pulsioni
metti al passivo tutte le passioni
dormi teneramente sul cuscino
dove crescono provvide ambizioni
d'amore e di passione universale,
toglimi tutto e non mi fare male.

 

 

Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

Ho conosciuto in te le meraviglie      

 

Ho conosciuto in te le meraviglie  
meraviglie d'amore sì scoperte  
che parevano a me delle conchiglie  
ove odoravo il mare e le deserte  
spiagge corrive e lì dentro l'amore  mi son persa come alla bufera  
sempre tenendo fermo questo cuore  
che (ben sapevo) amava una chimera.

Il peso di una carezza 

  

Il peso di una carezza
può essere un segno d’alba,
il crisma del tuo destino,
la donna che alla fonte
dolcemente si inclina,
taglia netto il suo solco
di costante preghiera,
e così se mi appoggio
alla tua mano pura
mi si leva dentro l’alba
dentro si alza il cielo,
ma perché nell’amore
sì forte mi raggelo?
 

Gli alberi tutti, gioia della terra,
hanno ferme radici
nella tristezza d’ogni poverello;
io li ho colpiti ai margini con grazia,
togliendo forza ad ogni fantasia.
Spazio non ho più dentro le pupille
ma sicurezza d’ogni cosa pura,
ma minuzia d’oggetti
che apprezzo, sollevandoli nel fuoco
della mia carità senza confini.
L’uomo non soffre attorno a sé una fine,
ma io ho un chiaro disegno
di povertà come una veste ardita
che mi chiude entro sfere di parole,
di parole d’amore,
che indirizzo agli uccelli, all’acqua, al sole
e che mi rendo tutte assai precise,
premeditata morte di dolcezza

Dormivo, e sognavo che non ero al mondo

 

 

 

PIANTO DEI POETI

Ruba a qualcuno la tua forsennata stanchezza
o gemma che trapassi il suono
col tuo respiro l'ombra che sta ferma
di fronte ad un porto di paura
quel trascendere il mito
come se fosse forzatamente azzurro
o chi senza abbandono
che non sanno che il pianto dei poeti
è solo canto.
Canto rubato al vecchio del portone
rubato al remo del rematore
alla ruota dell'ultimo carro
o pianto di ginestra
dove fioriva l'amatore immoto
dalle turbe angosciose di declino
io sono l'acqua che si genuflette
davanti alla montagna del tuo amore.
 


 

Anche tu sei un uomo, ma non  solo  uomo,
un giardino:
ti fanno compagnia le lunghe amache
i caldi tropicali, le Azzorre.
Ma tutto in te è magnifica Grecia,
non hai la perspicacia di Ulisse
non hai la malizia degli uomini,
ma sei silenzioso e caldo
come la matrice di un giunco

 

 

Divento un pugno di sabbia nelle tue mani disattente che lasciano trasparire fiduciose la mia semente.
Non vedi che mi spargo in lacrime ai tuoi piedi e rasento la terra.
La sabbia viene sollevata dal vento e va altrove,così lontano che qualche volta acceca i popoli.

Rimane accanto al tuo letto un sudario di qualcuno che è morto sulle tue tracce,

come se tu fossi un fiume.



 


 

La luna geme sui fondali del mare,
o Dio quanta morta paura
di queste siepi terrene,
o quanti sguardi attoniti
che salgono dal buio
a ghermirti nell'anima ferita.
La luna grava su tutto il nostro io
e anche quando sei prossima alla fine
senti odore di luna
sempre sui cespugli martoriati
dai mantici
dalle parodie del destino.
Io sono nata zingara, non ho posto fisso nel mondo,
ma forse al chiaro di luna
mi fermerò il tuo momento,
quanto basti per darti
un unico bacio d'amore

I miei poveri versi

non sono belle millantate parole,
non sono afrodisiaci folli
da ammirare ai potenti
e a chi voglia blandire la sua sete.
I miei poveri versi
sono brandelli di carne
nera disfatta chiusa,
e saltano agli occhi impetuosi;
sono orgogliosa della mia bellezza;
quando l'anima è satura dentro
di amarezza e dolore
diventa incredibelmente bella
e potente soprattutto.
Di questa potenza io sono orgogliosa
ma non d'altre disfatte;
perciò tu che mi leggi
fermo a un tavolino di caffè,
tu che passi le giornate sui libri
a cincischiare la noia
e ti senti maestro di critica,
tendi il tuo arco
al cuore di una donna perduta.
Lì mi raggiungerai in pieno.

 

Io non sarò più libera come un uccello,
dacchè tu te ne sei andato
e hai legato le ali con le piume
del tuo passaggio segreto.
Liberami, amore mio,
che conosca la tangenziale dell'Ovest,
ancora,
che conosca i tripudi delle strade,
l'assenteismo del canto.
da questa molestissima pece,
che è il sudore della tua morte
impresso sulle mie carni.

Non ho quiete, non ho pianto leggero,
non ho quella dischiusa meraviglia
che chiama fiore, non ho tempo
di decifrare gli aridi messaggi
del mio tempo dannato, mi arridosso
al mio muro di futile speranza,
arrossendo se mai tu mi perdoni.

 

 


 

Io ho scritto per te ardue sentenze,

ho scritto per te tutto il mio declino;

ora mi anniento, e niente può salvare

la mia voce devota; solo un canto

può trasparirmi adesso dalla pelle

ed è un canto d'amore che matura

questa mia eternità senza confini.

Ti ho perso lungo i solchi della via,
o mio unico amore,
Dio di giacenza e di dubbio
Dio delle mitiche forze
Dio, Dio sempre Dio
che sei più forte degli amplessi
e dei teneri amori.
Che fai crescere le fontane,
che appari e dispari
come un luogotenente del destino.
Perderti è come perdere la speranza
ed io ti ho perduto
non una ma un milione di volte
e ritrovarti è come sorgere dall'eterno peccato
per vedere le falle della vita
ma anche le tue mobili stelle:
TU SEI UN DIO DI AMORE

Sono caduta in un profondo tranello
come dentro ad un pozzo acquitrinoso.
O chi potrà salvarmi da questa immagine scaltra
che adombra un mobile amore?
In fondo al pozzo stanno giunchiglie di ombre
e il mio urlo sovrasta le acque.
Il camaleonte gagliardo guarda dalle orride piante
questo mio precipizio segreto.


 

Piangere il vento della giovinezza
o mio primo stendardo di cultura
al tutto che diviene e che si annienta
ritrovare il tuo volto solamente.
Sei più vivo ora,
la tua morte è sì potente che somiglia a un mito
e ne siamo sconvolti.
Quante porte blindate, Amore, hai chiuso sul destino

 

 

"Così, alla base della cattiveria umana,

c'è solo qualche cretino che non sa per niente

che tutti noi non vivremo mica in eterno"...
 

Non avete veduto le farfalle

con che leggera grazia

sfiorano le corolle in primavera?

Con pari leggerezza

limpido aleggia sulle cose tutte

lo sguardo della vergine sorella.

Non avete veduto quand’è notte

le vergognose stelle

avanzare la luce e ritirarla?…

Così, timidamente, la parola

varca la soglia

del suo labbro al silenzio costumato.

Non ha forma la veste ch’essa porta,

la luce che ne filtra

ne disperde i contorni. Il suo bel volto

non si sa ove cominci, il suo sorriso

ha la potenza di un abbraccio immenso.

La tavolozza ha sette mutamenti
uno per ogni bacio che mi hai dato.
sette baci di labbra e assoluto.
 

Continui a dirmi che verrai domani
e non capisci che per me
domani è già passato.


 

Il suo volto era perfetto ma non sdolcinato:

come ebreo aveva un volto severo e pensava solo le cose di Dio,

ma pensava anche al gelo che gli uomini avevano nel cuore,

e il suo amore fu come una fiamma che sciolse tutti i ghiacciai dell'universo.

 

 

Tante volte coloro che salvano gli ammalati non sanno che sono solo malati d'amore,

e che basterebbe poco a farli fiorire:

un bacio, il canto di una primavera, un fiore mandato al momento giusto,

un'ala di Dio ricordata in una lettera, una lettera, un abbandono, un momento che duri un'eternità.

Perché malgrado l'uomo lo neghi non sa che Dio l'ha destinato ad essere eterno,

che Dio ha destinato ogni uomo ad essere un grande profeta.

Nessuno sa che i poeti
grondano acqua
come pianto assoluto
e che c’è sempre
una rondine che migra
bellissima e sola,
che va a posarsi
sui loro talenti.


 

E' così che nascono i libri

nell'amore,

e così nascono i libri che nessuno

legge mai,

e così il libro prima di nascere

Dio lo deposita in te

come una manciata di fango che

diventa luce.

Domandano tutti come si fa a

scrivere un libro,

Si va vicino a Dio e gli si dice:

feconda la mia mente, mettiti nel

mio cuore

e portami via dagli

altri, rapiscimi.

Così nascono

i libri, così

nascono i poeti.

 

Ogni poeta
laverà nella notte
il suo pensiero
ne farà tante lettere
imprecise
che spedirà all'amato
senza un nome.

 

Il bacio

Il bacio corre veloce nei miei pensieri
per un bacio ho tradotto Omero
tutto d'un fiato poi
sono diventata bianca come la luna
e ti ho amato fino a morirne
dentro l'urna di un castello di vetro
che nessuno conosce.

 

Usciamo da questa vita senza parole

dove l’erba non cresce più

e secolari amori sono morti nel vento.

Usciamo da questa pace ingiusta

dove nessuno si adagia né

scuote una sete inerte.

Non si sa dove vadano i nostri confini.

Non si sa quanto dureranno le nostre membra.

Numi secolari sono i poeti

ingiustamente puniti,

e le loro tracce auguste

vengono cancellate,

vengono cancellate dalla polvere.

Passarono di qui molti nomi

e molte mani si cinghiarono ai ferri,

qualcuno voleva uscire dal silenzio

e fu subito arso vivo

e gli amori tutti furono commutati in fango

perché non si costruissero palazzi

che non fossero le loro imprese.

Ogni amore è un pavimento privo di sangue

ma noi che cantiamo inutili giorni

non abbiamo più voglia di vivere

perché siamo dimenticati.

 

 

Com'è stato imprevisto il tuo abbandono!
Proprio nel momento in cui io naufragavo
nelle onde del tuo piacere
tu mi hai lasciato
e forse mi hai salvato la vita
ma maledetti coloro che salvano i poeti per
ignoranza
rendendoli creature sconfitte.

 


 

 




 

 

 

 
 

     

La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri.
E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri.
Abbiamo timore di essere fraintesi,
di apparire fragili,
di finire alla mercè di chi ci sta di fronte.
Non ci esponiamo mai.
Perché ci manca la forza di essere uomini,
quella che ci fa accettare i nostri limiti,
che ce li fa comprendere,
dandogli senso e trasformandoli in energia, in forza appunto.
Io amo la semplicità che si accompagna con l’umiltà.
Mi piacciono i barboni.
Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle,
sentire gli odori delle cose,
catturarne l’anima.
Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo.
Perché lì c’è verità,
lì c’è dolcezza,
lì c’è sensibilità,
lì c’è ancora amore.
 

 

        Inno alla donna

 
 
Stupenda
immacolata fortuna
per te tutte le creature
del regno
si sono aperte
e tu sei diventata la regina
delle nostre ombre
per te gli uomini
hanno preso
innumerevoli voli
creato l’alveare del
pensiero
per te donna è sorto
il mormorio dell’acqua
unica grazia
e tremi per i tuoi
incantesimi
che sono nelle tue mani
e tu hai un sogno
per ogni estate
un figlio per ogni pianto
un sospetto d’amore
per ogni capello
ora sei donna
tutto un perdono
e così come vi abita
il pensiero divino
fiorirà in segreto
attorniato
dalla tua grazia.
 

 

 

           "A Lucio Dalla"

 
O poesia che oramai
gemi per terra straziata da ...mille orrori
quante volte ti hanno ucciso
mentre innocentemente
cercavi un fiore nel Paradiso
Le donne vogliono il tuo indirizzo
e non sanno che tu non hai una casa
ma vivi errabondo nel giardino dell'Eden
e non hai alcun peccato.
Sei sola nella dimora degli Angeli
attaccata alla catena di Dio
e i tuoi ululati di lupo ferito
non li ode oramai più nessuno.
Sembri quasi morta dolce poesia
qui su questa quiete terra
dove dimorano gli assassini.


 

 

 

           "La carne e il sospiro"

                  https://youtu.be/d30omiPeSJw      dalla voce di Alda Merini

 
Io sono la tua carne,
la carne eletta del tuo spirito.
Non potrai mai visitarmi nel giorno
prima che il puro lavacro del sogno
mi abbia incenerita
per restituirmi a te in pagine di poesia,
in sospiri di lunga attesa.
Temo per il mio dolore,
come se la tua dolcezza
potesse farlo morire
e privarmi così di quel paesaggio misterioso
che sono i ricordi.
Sono piena di riti
e della logica dei ricordi
che viene dopo, quando si affaccia alla mia vita
il rendiconto della verità giornaliera,
il sogno affogato nell’acqua.
Sono misteriosa come tutti,
ogni mio movimento è un miracolo
e tu lo sai,
ma il grande passo
che io possa fare è quello di venire da te
(un viaggio infinito senza ristoro,
forse un viaggio che mi porterebbe a morire
perchè io sono il canto e la lunga strada).
Il canto muore, va a morire
nelle viscere della terra
perchè io sono la misura
del tuo grande spettacolo di uomo;
sono lo spettatore vivo
delle tue rimembranze ma anche l’insetto,
l’animale che sogna e che divora.
Prima della poesia viene la pace,
un lago sempiterno e pieno
sopra il quale non passa nulla,
neanche un veliero;
prima della poesia viene la morte,
qualche cosa che balza e rimbalza
sopra le acque; il lungo cammino
di una folle di genio e di malizia
che porta lontano.
Ma io e te siamo soli
come se fossimo stati creati
primi e per la prima volta;
io e te siamo riemersi dal fango della folla
e giornalmente tentiamo di rimanere soli
in questa risma di carte
che è il grande spettacolo dei vivi.
Io e te siamo esangui,
senza voglia di finire questo incantesimo.
Incolori e indomiti, siamo soli
nel limbo del nostro piacere
perchè io e te
siamo pieni di amore

Io e Te
 

 

 

                "Il suo sperma"

 
 
Il suo sperma bevuto dalle mie labbra
era la comunione con la terra.
Bevevo con la mia magnifica
esultanza
guardando i suoi occhi neri
che fuggivano come gazzelle.
E mai coltre fu più calda e lontana
e mai fu più feroce
il piacere dentro la carne.
Ci spezzavamo in due
come il timone di una nave
che si era aperta per un lungo viaggio.
Avevamo con noi i viveri
per molti anni ancora
i baci e le speranze
e non credevamo più in Dio
perché eravamo felici.
 

 

 
 

    "Amore, getta la lenza"

 

Amore, getta la lenza
nel cuore degli anni profondi,
dove c'è stagno di sogni
e vento di bramosia.
Nella cornice del volto,
in queste rughe che ho dentro,
tu troverai mille arpe
per delle corde gitane.
La folla che zingaresca danza
intorno ai miei libri
non sa che sapido sangue
scorre nelle Chimere
e lì dove cadde l'Audace
fiorirono mille destini:
un erpice di amore
che miete vittime ancora.

 

 

 

Cavernicola come sono

Cavernicola come sono,
attaccata alla mia palafitta
cerco il fango, mio unico amico,
con intorno un lago dorato.
Mi è sempre piaciuto cavalcare l’aria,
avere una casa isolata da tutti,
e dire che non conosco nessuno.
Invece mi conoscono in cielo
e ardono di amore e di odio
e mi fanno uscire di senno.

 

 

 

 

 

Anima che cambi rotta ogni giorno
è inutile tergiversare.
Con un colpo d'ascia sottile
potresti rompere la vita
che c'è in te.
Pensa, hanno creato un mito
sulla tua infelicità,
è una bugia lo so
ma è quella che ti rafforza,
ti aiuta ad alzarti
e aprire una finestra sul mare

 

 

 

"Sentire la tua lingua di bosco
e l'ansia salina del tuo respiro,
il cuore che si ferma
è il battito di ali di un'anima
che forse se ne va
per morire d'amore."

 

 

Tutti mi guardano con occhi spietati,
non conoscono i nomi delle mie scritte sui muri
e non sanno che sono firme degli angeli
per celebrare le lacrime che ho versato per te

Ed era un mattino bugiardo
uno dei tanti mattini
in cui entrai in un nefasto sogno:
era un sogno di pesanti paure,
di zolle devastate
era il sogno di un impossibile amore.
Le nostre mani furono disserrate
schiodate come le mani del Cristo
inutili furono i nostri abbandoni,
qualcuno ci ferì alle spalle
 non so chi, non so chi
forse una forza umana
forse la forza del destino
forse tu stesso, amore,
mi hai colpita alle spalle

Auguri, le acque del sentimento a volte ti hanno sconvolta
e c’e un genere dolce di poesia che è il canto,
come canta una madre
quando accarezza un figlio,
il piede di una fata che cammina
nel vento, e mentre i tuoi figlioli accedono la vita
tu ritorni ragazza, un gelo da salvare,
l’amore non ha tempo e quando sarai vecchia
ti bacerà i capelli solo la primavera

 

O GIOVANI

pieni di speranza gelida
che poi diventerà amore
sappiate da un poeta
che l’amore è una spiga d’oro
che cresce nel vostro pensiero
esso abita le cime più alte
e vive nei vostri capelli.
Amavi il mondo del suono
a labbra di luce;
l’amore non si vede
è un’ode che vibra nel giorno,
fa sentire dolcissime le notti.
Giovanetti, scendete lungo i rivi
del vostro linguaggio
prendete la prima parola
portatela alla bocca
e sappiate che basta un segno
per far fiorire un vaso.

 



 

Anch'io vivo il mio tempo
fatto di piccoli gesti
e forme colorate
come "un'entusiasta del pensiero...
mi inerpico su teneri arboscelli
e dico che sono alberi grandi"
ma di questo sono fiera
perché i teneri arboscelli
diventeranno grandi
Nella zolla
troveranno le mie parole.
Come linfa
saliranno
fino alle foglie
e il vento d'autunno
le porterà lontano.

 

Sull'ultima corda del tuo violino

avevo già appeso il mio amore,

pieno di robe vecchie.
Però in cima aveva una stella alpina.
Ti giuro, ho valicato mille montagne:
le stelle alpine Dio le piante così in alto,
ma è così bello il rischio.
E’ come suonare su una corda sola,
senza neanche una cassa armonica.
Esce il trillo del diavolo, che sarà anche triste,
però è un sogno d’amore irrepetibile
un virtuosismo che non muore mai

 

Era l’amore mio simile a una lotta di cavalli
                                                                                                           
era così fervente nel dolore da parere persino indemoniato
                                  

    Era l’amore mio     
qualche cosa che dista dalla fede
anni di luce e di abbandono,
era un amore che tanto ho sospirato.


Era l’amore mio
un cammino francescano e bugiardo
perchè la scrittura
era irta di sguardi.


Era l’amore mio
la foresta della mia pena d’amore,
era la greppia delle mie paure,
era il sole d’agosto ed era inverno,


era l’amore mio quasi l’inferno

 

 

 

 

…e infine sono
anche la primavera che si mette sugli alberi
insieme alla rugiada

 

 

 

Canzone in memoriam
il vento penetrerà le querce
(fino a quando durerà il mio messaggio?)
ma se io non scrivo piu?
il vento squassa le nostre ombre
su e giu per i pendii,
lungo i parabrezza delle nuvole
dove risuona la catena dell'aldilà.
Ebbene io verrò a cercarti,
madre mia benedetta,
su in cima alle colline,
sulle cime tempestose del Sinai.
Perché tu eri la mia legge,
la mia dottrina,
tu sapevi aprire ogni parola
e trovavi dentro il seme.
Ecco, ora parlo, parlo
forse una lingua blasfema
e intanto tu continui a morire
sotto la terra sotto il cardo.
Giorno per giorno muori
perché io non vengo a cercarti,
ma mi farò un bastone adatto
il bastone di Aligi,
verrò con te sulle montagne
perché tu abiti alto
e insieme cominceremo il coro
il vero famigliare assoluto
coro che ci disintegra la bocca.

Sì, io t’amo e come posso dire
quel che mi accade quando sale in seno
questa grande visione che rapire
potrebbe al cielo tutto il suo sereno?
Io non canto e non parlo e vò soffrire
avidamente di questo tuo sdegno
che tu m’hai raccolto e non mi sazi
e per ogni argomento tu mi strazi.

(da "Le rime petrose")


 

Amore non dannarmi

Amore non dannarmi al mio destino
tienimi aperte tutte le stagioni
fa che il mio grande e tiepido declino
non si addormenti lungo le pulsioni
metti al passivo tutte le passioni
dormi teneramente sul cuscino
dove crescono provvide ambizioni
d'amore e di passione universale,
toglimi tutto e non mi fare male.

 

 

 

 




Nel cerchio di un pensiero

a volte mi riposo sognando
e lí sta il tuo peccato
perché mi entri nel corpo
e il corpo si appassiona
gridando di un'estasi che non è sua
altri giovani amanti diciamo
che sono presenti
nei tuoi baci nelle mie disattenzioni
infatti su di me hanno camminato
le ombre dei morti
di coloro che sono inceneriti
in un letto
e non hanno mai avuto niente.

 

 I due amanti

Ribaciami amore è
solo ieri
che mi hai sfiorato la lingua
con il verbo del tuo violino,
acino d'uva il tuo fallo
che posi sul granbo migliore.

Rimani e ascolta
l'ultimo respiro di vita
che si libera dai miei capelli.

 



Torna amore


Torna amore
vela delicata e libera
che occupi
il pensiero della mia terra

sto morendo sulla grandiosità di un fiume
che è rosso di desiderio
e vorrebbe
travolgere il tuo amore.



Ribaciami

Ribaciami in uno stelo
di amore
e pensa alla giovinezza che mi
prende e mi ha lasciato sola
per lunghi anni.