SE LA POESIA MI ABBANDONA

28.04.2012 18:28

Se la mia poesia mi abbandonasse

come polvere o vento,

se io non potessi più cantare,

come polvere o vento,

io cadrei a terra sconfitta

trafitta forse come la farfalla

 e in cerca della polvere d’oro

morirei sopra una lampadina accesa,

se la mia poesia non fosse come una gruccia

che tiene su uno scheletro tremante,

cadrei a terra come un cadavere

che l’amore ha sconfitto.

Rimuovo
le antiche muraglie
per trovare
le praterie del sogno
e incontrare te,
pane incontaminato
che prendo con le labbra.
Sentire la tua lingua di bosco
e l’ansia salina del tuo respiro,
il cuore che si ferma
è il battito di ali di un’anima
che forse se ne va
per morire d’amore.



 

 

La mia poesia è alacre come il fuoco
trascorre tra le mie dita come un rosario
Non prego perché sono un poeta della sventura
che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore,
sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
sono il poeta che canta e non trova parole,
sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
sono la ninna nanna che fa piangere i figli,
sono la vanagloria che si lascia cadere,
il manto di metallo di una lunga preghiera
del passato cordoglio che non vede la luce.